Crivel - Arriba España (con testo)
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Original upload date: Thu, 24 Jul 2014 00:00:00 GMT
Archive date: Fri, 10 Dec 2021 04:03:00 GMT
CRIVEL e Coro Combattenti - ARRIBA ESPAÑA; di Bossini - Giubra; 1937; Columbia DQ 2295.
N.B. Questo brano non va confuso con "Arriba España - Inno dei Legionari Fascisti in Spagna" di N.Mola e F. Che
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TESTO DEL BRANO E BIOGRAFIA DELL'INTERPRETE
TESTO:
I.
All’armi, Spagna, all’armi per l’ideal,
fino alla meta trionfal!
Sterminio a chi rinnega la Civiltà
incita il grido alalà!
È il grido del Fascismo redentor
in odio al bolscevismo distruttor!
Segnacol di vittoria e di libertà
il tuo vessillo garrirà!
II.
A morte il bolscevismo rinnegator,
sangue latino vinci ancor;
il vindice vessillo spiega nel sol,
viva il Fascismo e il patrio suol!
All’orde senza patria e senza onor
opponi la tua fede e il tuo valor;
latin gentile sangue, stirpe immortal,
viva il Fascismo universal!
(RITORNELLO)
Arriba España! Arriba España!
Tal grido di passion
rimbomba col cannon.
Milizie di Franco, a voi la gloria:
scrive la Storia: vittoria e redenzion.
BIOGRAFIA (da: www.ildiscobolo.net)
Il suo vero nome era Fernando Crivelli e il primo approccio con il mondo della musica pare sia stato come pianista in una delle orchestre più in voga degli anni Venti: quella di Stefano Ferruzzi. A rendere ancor più complicata la ricostruzione della sua attività discografica, vi è il fatto che nella sua lunga attività questo tenore usò una svariata serie di pseudonimi e nomi d'arte tra cui pare certo vi possiamo segnalare : Tenore Orsini, Tenore Bello, Italo Corsi, Berettini, F. Rossi, E. Torres, D. Berri. Dotato di una inconfondibile voce da Tenore leggero, cominciò a cantare i refrain di molte delle canzoni eseguite dall'orchestra, sino ad imporsi come vero e proprio simbolo della sua epoca. Non vi era casa infatti dove si possedesse un fonografo, in cui non fosse presente almeno un disco cantato da Crivel. Anche il regime lo utilizzò moltissimo per affidargli le sue canzoni più rappresentative, brani ideologicamente ispirati come :
Ti saluto e vado in Abissinia,
Adua,
La Canzone Dell Africa,
Stornelli neri,
Duce Duce Duce,
I Tre condottieri,
Canzone delle Canzoni,
creando comunque il falso storico di un Crivel, voce del regime, cosa che in realtà non è.
La verità è che le canzoni del ventennio fascista in quegli anni le incisero un pò tutti, da Carlo Buti, al grande tenore Beniamino Gigli, sino ad arrivare al debuttante, ma già molto amato Vittorio De Sica....
In realtà essendo il repertorio discografico di Crivel enorme, come potrebbe non comprendere anche molte canzoni del regime ?
Vi sono però anche molti gioielli musicali del ventennio come :
Donnine novecento,
Messalina,
Questa notte ti dirò,
Maramao perchè sei morto? (Con Renzo Mori)
Testine di donne,
Canta lo sciatore,
Stramilano,
I tusan de Milan,
Bengala,
Bombon sei unica,
La bambola rosa,
e brani che sono lo specchio autentico di un epoca che non c'è più :
I milioni della lotteria,
Nina gIà ti aspetta la Balilla,
Strofette balneari,
Ma cos'è questa crisi?
Curioso pure il suo approccio con il mondo della pubblicità.
La sua voce fu infatti usata per incidere un brano utilizzato nella reclame di allora del famoso "aperitivo Campari", brano che lo ha riportato in auge recentemente : L'ora del Campari .
La popolarità e la versatilità di questo tenore leggero fu tale che incoraggiarono anche molte sue "trasgressioni" nel mondo dell'operetta con famosi duetti accanto a Ines Talamo e ad altri celebri soprani dell'epoca.
Inoltre sono singolari anche alcune sue incisioni di prosa con una vera e propria compagnia che portava il suo nome , riproducenti avvenimenti importanti del periodo o per dischi dedicati all'infanzia come :
Bimbi è Natale,
Pisellino ai giardini pubblici.
Le sue tracce, discograficamente parlando, si perdono dopo le ultime incisioni realizzate per la "Voce del padrone" con l'orchestra del M°.Dino Olivieri sia con il suo vero nome che come F.Rossi. Come di molti cantanti troppo cari al regime infatti, la fragile e neonata democrazia Italiana, ebbe per molti anni difficoltà e una strana paura di ricordarne l'esistenza.